PERCHE’ LA SHARIA
E’ ANTICOSTITUZIONALE
Di Alberto Rosselli
Il
secondo comma dell’art 8 della Costituzione e la dodicesima delle sue
Disposizioni Transitorie e Finali, benché apparentemente diverse nella finalità
giuridica e sociale, hanno molto in comune: il primo limita la libertà
associativa delle religioni (non specificate), qualora siano in contrasto con
le nostre leggi, l’altra vieta la riorganizzazione del Fascismo, in nome della
salvaguardia di una libertà più generale, che a tutti deve essere garantita.
Qualcuno
è in grado di spiegare come mai, a dispetto di quanto enunciato dall’art. 8
della Costituzione, in Italia e in tutt’Europa, si continuano a costruire
moschee, senza neppure organizzare un referendum tra la popolazione locale,
spesso contraria alla loro edificazione?
Ora,
è ben noto che tutte le organizzazioni islamiche che chiedono e ottengono la
costruzione di nuove moschee si richiamano alla legge coranica, ovvero alla Sharia, che è l’antitesi delle nostre
democrazie. Tutti i movimenti che costellano il variegato mondo islamico, si
ispirano al Corano e alle sue leggi. Al punto tale che le Nazioni islamiche non
aderiscono alla Convenzione ONU per i Diritti dell’Uomo, ma ne hanno creata una
ad hoc, per l’appunto ispirata alla Sharia.
Le
moschee in Europa dunque non rappresentano solo un rischio per noi, ma anche
per i diritti degli immigrati laici provenienti dal mondo islamico che, giunti
qui in cerca di libertà da regimi teocratici o autoritari, dopo aver affrontato
sacrifici e difficoltà, si vedono costruire anche qui la madrassa dietro casa. Purtroppo gli “islamici” autenticamente
moderati sono una netta minoranza tra gli immigrati
l’Islam
nasconde, sotto l’apparenza di una “religione di pace”, quella che è solo
ricerca del più assoluto dei poteri assoluti, ovvero la conquista di tutto il
mondo, con la predicazione o con la spada. Secondo la Sharia le donne,
ereditano metà di quanto spetta agli eredi maschi. Il Corano prescrive
chiaramente (Sura XXIV – 2) la fustigazione delle adultere e in alcuni paesi islamici
poi la fustigazione, è stata sostituita dalla lapidazione pubblica.
La
Sharia condanna in diverse nazioni
islamiche l’apostasia con la pena di morte, quanto ai diritti delle minoranze
religiose, stendiamo pure un velo pietoso… La Sharia prescrive la pena di morte
per gli apostati
Qualcuno
obietterà che anche nel Diritto Canonico l’apostasia era un reato punito con la
pena di morte, ma tale infame legge è stata abrogata quasi un secolo fa, quanto
ai roghi contro gli eretici, sono ormai stati spenti da tre secoli. Non sarà
molto, ed è un risultato ottenuto non tanto per volontà della Chiesa quanto per
le lotte e il sacrificio di tanti spiriti liberi,spesso atei o agnostici, ma
ciò significa che qualche passo verso la laicità la Chiesa l’ha compiuto, sia
pure “obtorto collo”. E comunque nel Vangelo non si parla di condanna a morte
per gli apostati, cosa che invece è prescritta nel Corano: poiché le religioni
vanno giudicate e seguite dalle loro fonti, come Dante insegna (Paradiso, IX,
131 -138), questo fa una differenza enorme tra i due libri sacri.
Come
puntualizzato, solo pochi anni fa, dall’Ayatollah Khomeini: “L’Islam o è politico o non è”. Se la Costituzione proibisce, giustamente, la
riorganizzazione del partito fascista, mi chiedo perché mai si conceda ai
fedeli musulmani, portatori di una religione ancor più totalitaria, di
costruire moschee per diffondere la Sharia.
Comunque,
tornando all’aspetto puramente giuridico: è chiaro che il principio di rispetto
delle nostre leggi richiamato dal secondo comma dell’art. 8 della Costituzione
andrebbe esteso non solo all’Islam, ma a tutte le religioni in contrasto con le
nostre istituzioni: se, ad esempio, nel nome del politically correct si
concedesse agli immigrati induisti di costruire templi nei quali si fomentasse
la costituzione di una società basata sulle caste o si “persuadesse” la vedova
a buttarsi sul rogo del caro estinto, la sostanza di quanto qui esposto non
cambierebbe di una virgola.
Nessun commento:
Posta un commento