martedì 21 settembre 2021

 BREVI RIFLESSIONI


L'idea della 'Pace' è il 'comodo' 'oppio' di chi non conosce la Storia. I 'Conflitti' tra nazioni, etnie, gruppi religiosi ed altro fanno parte dell'evolversi stesso della Storia e dell'indole umana. Fare finta che tutto ciò non sia vero, o incivile, fa parte della ipocrita 'mitologia buonista': quella che porta a sonni leggeri, egoisti e criminali, in quanto non tiene conto dei 'Diritti' dei più deboli che, per non essere cancellati dalla terra debbono difendersi, anche con le armi, come ogni padre o madre difenderebbe la propria famiglia.

 

 Penso che per il futuro dell'Umanità non ci sia alcuno scampo. Prevarranno gli idioti utili ai potenti e la gente sarà ridotta a servi ubbidienti e sodomiti. Ma badate: Non saranno 'schiavi', ma 'liberti' utili per produrre a reddito da fame, ma nel contempo necessari a 'consumare'. Fortunatamente, data la mia età, sarò già morto.

 

 Emblema del nichilismo relativista e ateo che sta distruggendo l'Occidente è il Kirillov di Dostoevskij. Colui il quale preferisce il suicidio alla vita in quanto troppo 'impegnativa'. L'autodistruzione di una Civiltà come la nostra è ben rappresentata da Kirillov: uomo impotente, pauroso e debole. Il personaggio Kirillov cerca, tramite il suicidio, una 'disperata fuga dall'Essere'. Per questo povero disgraziato (che con la sua morte voluta arreca danno e dolore a chi lo ama), la via della Libertà conduce (o meglio, egli spera che conduca) ad un nulla immaginario e indolore: comodo rifugio assente da Dio e da ogni giudizio.

 

 Per credere onestamente in qualcosa occorre, prima (e per molto tempo), non credere a nulla. La verità è un pulitissimo deserto abitato soltanto da te stesso; il non vero è una meravigliosa distesa di prati in fiore piena di turisti vocianti.

 

 Qualsiasi 'progresso' scientifico non sostenuto da un pensiero filosofico che ne moderi l'arroganza (insita in ogni uomo) e che ne tracci una rotta etica è destinato a produrre danni incalcolabili. Senza considerare che la conoscenza (prassi della cultura) se non è supportata dall'intelligenza autoconservativa non serve a nulla.

 

 Fino a quando i 'Conservatori' (cioè il Centro Destra Italiano in senso positivo) non capirà la 'lezione' di Gramsci non andrà da nessuna parte. Rivalutare, studiare e approfondire l'eredità di una Destra letteraria, ma anche artistica di Destra, e proporre idee 'nuove' (anziché scopiazzare quelle ormai putride della ex 'cultura di Sinistra) non porterà a nulla. La Destra e il movimento conservatorista italiano rimangono arroccati su posizioni statiche e controproducenti: l'origine di questo handicap? La paura di esprimersi e la ridicola sudditanza nei confronti che, come si è detto, di una 'cultura di Sinistra' che di fatto non esiste più. Forse trattasi di un problema psichiatrico a sfondo sodomitico. In ogni caso, personalmente continuo a scrivere libri e a battermene i koglioni dei complessati e, più spesso, dei codardi.

 

 Chi nella vita non prende mai una posizione chiara e netta in materia politica, etica, sociale e sentimentale - vuoi per timore, vuoi per non perdere comode posizioni - non ha alcun diritto di lamentarsi di come vanno le cose. Meglio che taccia e svolga il suo ruolo di eunuco muto e frustrato. Cristo ha insegnato il coraggio di dire e fare, anche a costo di subire qualche seccatura. E se lo ha detto Cristo (finito in croce per avere detto la Verità) per un uomo comune, che rischia assai di meno, deve essere una regola morale inderogabile.

 

 Pane al pane, vino al vino. La Chiesa non può essere 'sociale', mondana o filo marxista (come desidera papa Bergoglio, apostata conclamato), ma nemmeno capitalista in senso speculativo finanziario e mondialista, poiché entrambi questi sistemi storici hanno dimostrato di non essere capaci di di assicurare a tutti gli uomini i diritti fondamentali professati da Cristo e dal Diritto Naturale. Ma a quanto pare l’Occidente (ormai contaminato dalla lue nichilista e relativista atea) sembra essersi fatto sordo alla parola di Dio. Non a caso la deforma, la adultera (attraverso buonismi ipocriti), la scompone, la tradisce (attraverso un finto agire 'umanitario'); ne fa - in sostanza - oro per gli sciocchi, secolarizzandone il contenuto. “In seguito alla morte di Dio, tutti i falsi profeti si considerano eredi di Dio”. Di qui le nuove, fragili escatologie proiettate in un futuro esclusivamente mondano e telematico; di qui il proliferare di improbabili, nuove dottrine basate sul relativismo egoistico, sulle mode globalizzatrici e 'scientiste', frutto anch’esse della 'storicizzazione' radicale del cristianesimo. Di di qui la corsa folle verso l’utopia della tecnologia intesa come nuova ed unica Religione. E il tutto nell’illusione collettiva di avere imboccato una facile scorciatoia in nome di una sorta di “antropocentrismo illuminato”, utile forse a garantire interessi diplomatici e commerciali di potenti e di gruppi finanziari, a tutelare gli investimenti, a distruggere i salari, le pensioni, ma a mantenere sempre più l’uomo-schiavo nella sua permanente e sostanziale incertezza esistenziale, cioè preda inerme del Male.

 

 So di farmi molti nemici, ma in libertà esprimo, come mio costume, il mio pensiero circa l'osannato film 'Il tè nel deserto' (The Sheltering Sky) del 1990, di Bernardo Bertolucci, tratto dall'omonimo romanzo di Paul Bowles. Trattasi si una pellicola (girata magistralmene e animata da grandi attori) che riassume, in maniera per me tragicomica, l'afflato 'esotico' di un gruppo di europei nei confronti di una supposta 'civiltà' (direi, ''cultura') di fatto 'intimamente' superiore a quella occidentale. Ovviamente, conoscendo per lavoro quei posti, meravigliosamente desolati, e abitati da gente abituata a prendere per il sedere i cosiddetti 'viaggiatori' bianchi (Bertolucci fece dire ad un suo personaggio la profonda frase: 'Non siamo turisti, ma viaggiatori'), trovo ridicolo e falso l'intero impianto di una sceneggiatura che, sicuramente, avrà fatto impazzire di gioia gli iscritti ad Alpitour. Eppoi, per dirla tutta, quel mare di sabbia mi ricorda più la polenta della Valsugana che altro. Mancano soltanto le salcicce.

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