giovedì 30 agosto 2012

GIAMPAOLO VISETTI: ‘EL GRANDE PLAGIATOR DE LA REPUBBLICA’

GIAMPAOLO VISETTI: ‘EL GRANDE PLAGIATOR DE LA REPUBBLICA’

Antonio Talia è un giornalista abbastanza oscuro, almeno ai non addetti ai lavori, ma molto serio, che resoconta di Cina dalla Cina (cioè non lo fa seduto sulla poltrona di casa sua con internet a portata di mano). Un bel giorno, al povero Talia accade però una cosa un po’ stranina; scopre, infatti, che Giampaolo Visetti, s
trombazzato corrispondente per La Repubblica da Pechino, saccheggia regolarmente il suo lavoro e lo ripropone come proprio. Il fattaccio si ripete svariate volte e Talia, ovviamente, si incazza. Prova prima a farlo presente a Repubblica, apre poi un blog, ed inizia soprattutto a prestare maggiore attenzione a quanto verga e riporta dal lontano Oriente l’indomito quanto disinvolto Visetti, solito non solo a scopiazzare i temi altrui, ma a distorcere parecchio i fatti, condendoli con straordinarie fresche. Il tutto, ovviamente, con risultati a dire poco imbarazzanti.

Ora, ai nostri occhi la questione appare pesantuccia, oltre che penosa. Non si tratta, infatti, del frequente fenomeno italiota per il quale anche firme note e stralodate armano la loro sagace penna per sparare dotte fesserie. Se Visetti copia di sana pianta articoli e/o servizi (come è accaduto. E le prove abbondano) senza manco citare di striscio l’autore, trattasi ovviamente di un’occhiuta rapina, premeditata, ragionata e pure pericolosa poiché foriera di possibili danni a carico della stessa vittima. Pur essendo un ottimo professionista, il povero Talia non gode, come si è detto, di vasta notorietà (non lo si vede in televisione, non va a colazione con Di Pietro, non frequenta Capalbio) ragion per cui a molti pensosi lettori di ‘Repubblica’ potrebbe apparire lui il vile plagiatore del ‘grande’ Visetti. Considerazione, la nostra, che va posta al netto dei fantasiosi (democratico eufemismo) servizi composti da quest’ultimo e di cui si diceva: ‘opere’ (si veda il visettiano ‘resoconto del terremoto in Giappone’, capolavoro che avrebbe fatto scoppiare il fegato dall’invidia al povero Verne) che da sole dovrebbero bastare a suggerire al compassato timoniere di ‘Repubblica’, Ezio Mauro, di dirottare l’estro grafomane del Visetti dai resoconti del Far East a quelli di Sgurgola Marsicana (trattasi di un Comune già segnato dalla sfiga, e quindi sacrificabile: la salvezza di molti in cambio del sacrificio di pochi).

Detto questo, sarebbe, quindi, il caso – in primis - che il nostro Presidente dell’Ordine dei Giornalisti (dico ‘nostro’ poiché il sottoscritto giornalista è pure) richiamasse, diciamo, alla realtà il Visetti, rendesse poi nota la vicenda e, soprattutto, toccasse la spalla al direttore Mauro, inducendolo a prendere qualche provvedimento nei confronti del suo bizzarro puledro di razza. Senza dimenticarsi di vergare qualche sobria riga di scuse ad Antonio Talia, della cui falsa opera ‘Repubblica’ si è avvalsa a mani basse.

Bebe Alberto Rosselli

1 commento:

  1. fossero solo le copie al povero Talia...sono le fanfaronate con cui Visetti infarcisce i suoi "resoconti" le cose piu' gravi. Invenzioni e menzogne che, fosse il Nostro un romanziere, non farebbe niente...essendo un inviato, si suppone debba raccontare fatti...
    Io vivo in Cina e ogni volta leggo gli articoli di Visetti (come, anche se in misura minore, di Rampini prima di lui) e mi chiedo...perche'? Perche' invece di cronaca si devono fare romanzi d'appendice, perche' invece di riportare fatti, ci si riduce a inventare di sana pianta, o a "modificare" saccheggiando il lavoro di altri...?

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