martedì 29 dicembre 2020



 Genova. Presentazione del libro di Alberto Rosselli.

Da sinistra: Maurizio Gregorini, Andrea Lombardi, l'Autore, Rodolfo Ivaldi.


 CULTURAIDENTITÀ GENOVA CRESCE: ADERISCONO ALBERTO ROSSELLI, MAURIZIO GREGORINI, ROBERTO PECCHIOLI E GIUSEPPE MUROLO.

Genova, 24 dicembre 2020 – Il coordinamento provinciale di Genova di CulturaIdentità, associazione fondata nel 2018 da Edoardo Sylos Labini, attore, autore, regista ed editore, che unisce realtà associative e operatori culturali su tutto il territorio nazionale nella direzione della difesa, della promozione e della diffusione dell’Identità italiana e la valorizzazione del nostro patrimonio culturale e artistico, e che edita il mensile omonimo, si allarga con l'adesione della storica rivista telematica “StoriaVerità”, diretta dal saggista e giornalista Alberto Rosselli, del Cultural Services Manager del Comune di Genova Maurizio Gregorini, del saggista Roberto Pecchioli e di Giuseppe Murolo, presidente dell’associazione politico culturale “Tradizione e Libertà”, oltre le iniziali adesioni di Rodolfo Vivaldi, presidente della rete di associazioni “Domus Cultura”, della scrittrice Miriam Pastorino, dell’artista e scrittore Dionisio Di Francescantonio, della ideatrice del progetto “Donne in Luce” Francesca Roberta Dall’Acqua, del musicista sperimentale e polistrumentista Stefano Bertoli e dell’architetto Riccardo Forte, dottore in ricerca in Storia dell’Architettura Moderna e Contemporanea all’Université de Paris 1 Panthéon-Sorbonne. Il coordinamento provinciale genovese di CulturaIdentità è diretto dall’editore e saggista Andrea Lombardi, che spiega in una nota:

“Siamo enormemente felici che in questo periodo così tormentato per l’Italia e per Genova ci siano così tanti e tante genovesi, personalità della cultura, dell’arte e cittadini amanti del Bello e della storia della propria città e della propria nazione che vogliano mettersi in gioco aderendo a CulturaIdentità, e la risposta alle nostre prime iniziative, come la campagna nazionale di sensibilizzazione «Il contagio della cultura non uccide: riaprite i musei», ci fa da sprone per affrontare il 2021 con una serie di interessanti iniziative culturali, partendo dalla presentazione del pamphlet Contro la Folla – Il tempo degli uomini sovrani di Emanuele Ricucci e con prefazione di Vittorio Sgarbi, libro necessario per superare il «Sovranismo» nell’ottica di un nuovo Umanesimo, e il documentato saggio Iconoclastia di Emanuele Mastrangelo e di Enrico Petrucci, primo libro italiano sulla cosiddetta «Cancel Culture» e l’attacco globalista al patrimonio culturale occidentale e ai suoi monumenti, tra i quali quelli dedicati al grande navigatore Cristoforo Colombo, la cui memoria è aggredita dal politicamente corretto e da una visione manichea e antistorica del nostro passato e degli uomini che lo hanno animato”. “CulturaIdentità sta crescendo fortemente in tutta Italia”, termina Lombardi, “nelle ultime settimane sono stati creati decine di nuovi coordinamenti provinciali”.

Andrea Lombardi


 Libri consigliati.


 Appuntamenti culturali.

domenica 20 dicembre 2020


 Brevi riflessioni.


Nel 'vuoto' cosmico della cosiddetta Teologia post Conciliare (Concilio Vaticano II), tutti i pensieri, anche quelli agnostici e grotteschi, vengono ammessi quali Verità moderniste. Tutti. Eccetto quelli che affermano una Giustizia divina, immanente, sempiterna.

 

Mi ha sempre lasciato leggermente interdetto la frase, che ho sentito pronunciare da molti probi: "Durante la mia vita mi sono sempre fatto da solo".


Ai molti errori che ho commesso nella mia vita; all'entusiasmo con il quale ho abbracciato un'idea e un amore, senza remore e tentennamenti; e alla sottile serenità che accompagna sempre una coerenza, seppure imperfetta.
 
 La Verità vera è quella rara fonte nel deserto alla quale pochi ambiscono, a costo della loro stessa morte materiale e spirituale. Sembra un assurdo, ma è così. Molti preferiscono ripudiare il vero, pur di non ragionare. Tacciono nella loro silente e colpevole disperazione esistenziale.
 
 Se desideri fare una cortesia a qualcuno/a, sappi che non ti devi attendere mai nulla in cambio (parafrasando Kant: 'Fai il bene per il bene')...Ragion per cui, non aspettarti alcunché in cambio, poiché la tua generosità ha, purtroppo, una sua prescrizione.
 
 Le Donne (o gli uomini) che non sanno amarsi, o che nutrono distimia nei propri confronti, non sanno amare il prossimo poiché aggiungono carenze proprie alla vita di coppia, mentendo o dissimulando il proprio status patologico. Trattasi di una forma di egoismo, di malsano egotismo e di scarsa autocritica destinati a rovinare ogni rapporto. La tragedia è che questi soggetti sono destinati, prima o poi, a rimanere soli.
 
 Quando si invecchia non si pensa più alle polemiche. Si ha meno voglia di discutere, se non con ragione e ponderatezza. Si accoglie e si ragiona circa l'opinione altrui, anche se molto diversa dalla nostra. Con serenità. Poiché ognuno di noi è 'unico', come le proprie idee.
 
 Il 'femminismo' e suoi 'derivati' hanno costretto la Donna, in cerca di emancipazione, a scimmiottare i più banali 'errori' degli uomini, abbandonando in parte la loro indole femminile. E' per questa ragione (ma non solo) che le coppie si sfaldano.
 
 Sto pensando a Mario. Il mio grande Amore che è volanto in cielo a giocare con gli angeli cagnoni. Sei sempre nel mio cuore. Avevi coraggio, ma non ferocia; avevi fedeltà, ma anche dignità; avevi bontà, ma non servilità. Avevi tutte le doti che un uomo vorrebbe e dovrebbe avere.
 
 

martedì 15 dicembre 2020

mercoledì 18 novembre 2020


Riviste consigliate.


Associazioni culturali.


Associazioni culturali.

 

 


 Agenzie di stampa.


Mossa scandalosa, oltre che pericolosa. 
L'Italia vende alla Turchia del 'sultano' Erdogan navi militari e armi.
 
Ma a quale gioco gioca il governo Conte? Possibile che l’Italia armi la Turchia del Fratello Musulmano Erdogan? L’analisi dei dati Istat sul commercio estero ci dice, evidenziandolo, che dal novembre 2019 al luglio del 2020 l’Italia ha esportato in Turchia più di 85 milioni di euro di “armi e munizioni”, una cifra che costituisce il massimo storico dal 1991 e che quest’anno potrà essere superata. Solo nel primo semestre del 2020 l’export si attesta a quasi 60 milioni di euro. In gran parte si tratta di munizionamento pesante. Come possiamo aver già dimenticato il “ricatto migratorio”, lungo le rotte orientali, messo in atto da Erdogan nei confronti dell’Unione Europea, della quale l’Italia fa parte e anzi ne è un Paese fondatore. Quel ricatto (vero e proprio) è costato all’Unione Europea prima 9 miliardi di euro e poi ulteriori 6 miliardi. Questi 15 miliardi di euro li ha “pagasti” l’Unione Europea ma escono dalle tasche dei contribuenti europei. Questo perché? Perché altrimenti il “nuovo sultano” avrebbe aperto le frontiere con l’UE anziché trattenere in Anatolia milioni di profughi siriani e di altre nazionalità. Ora, oltre alle armi, gli abbiamo – e questa volta noi, Italia – un’altra potente arma di ricatto: il controllo della cosiddetta “Guardia Costiera libica”. Gli addestratori turchi sono già impegnati sulle motovedette italiane donate dai governi Gentiloni e Conte ai libici. E sapete chi “manutenziona” le motovedette e i pattugliatori? La manutenzione è assicurata dalla “nave officina” della Marina militare italiana stabilmente presente nel porto della capitale libica e pagata dai contribuenti italiani. Da alcuni giorni quelle motovedette vengono adoperate da militari-istruttori turchi per insegnare ai libici come pattugliare l’area di ricerca e soccorso: la “zona Sar”, la cui istituzione era stata progettata e pagata dall’Italia. Non solo. Anche gli interventi dei “pattugliatori” di fabbricazione italiana adesso saranno decisi non più con la Marina militare italiana ma con le Forze Armate turche che, senza investire un centesimo di euro, dispongono adesso di una “flotta supplementare” nel Mediterraneo centrale. Questo lembo di mare in cui la Turchia vuole primeggiare, minacciando la Grecia e Cipro. Tra il 2017 e il 2018 la Guardia Costiera italiana ha sostenuto la Libyan Coast Guard con 1,8 milioni di euro. I “memorandum d’intesa” con Tripoli, l’ultimo dei quali rinnovato lo scorso 7 febbraio, e il rifinanziamento dell’impegno italiano votato dal Parlamento lo scorso 16 luglio, rischiano di rivelarsi un boomerang per l’Italia e Unione Europea perché saranno le autorità tripoline in accordo con Ankara a spadroneggiare nella “Zona Sar” libica, senza rendere conto né a Roma né all’Unione Europea.
E se Erdogan utilizzerà i flussi migratori come “arma di ricatto”, come già ha fatto sulla rotta orientale, anche sulla rotta centrale del Mediterraneo? E i nostri parlamentari, di maggioranza come dell'opposizione, cosa dicono? Un roboante niente! Restano silenti.

 


 Riviste consigliate.

martedì 3 novembre 2020

 



RIFLESSIONI IN LIBERTA'


Finalmente, un microscopico Virus (il Covid) ha indotto gli uomini a non sentirsi più 'immortali'. Da troppi decenni, l'umanità si sentiva protetta dalla Scienza, e per questa ragione si sentiva quasi 'immortale'. Ora questa certezza non c'è più. Ed è cosa buona, poiché l'uomo, terrorizzato, deve fare i conti con la possibile fine biologica. Via, non è un dramma, ma per troppi decenni il 'progresso scientifico moderno', stolto e arrogante, aveva allontanato questa giusta parabola dall'esegenesi della vita e della sua necessaria contarierietà.

 

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Lo sgangherato pensiero filosofico attuale, permeato di realivismo e nichilismo, sostiene (che tenerezza) che 'L'attuale cogito si debba, giocoforza, autodefinire 'debole' "soltanto perché ha paura a pensare in grande (Rosmini)". Il che lo definisce come un pensiero svagato e in mutande. Tutto ciò non mi sembra un buon viatico.

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Non bisogna mai perdere calma e lucidità, ma una 'fede' esagerata nella Scienza può lasciarci delusi o portarci alla tomba. Ci siamo sentiti immortali per troppo tempo.
Soltanto tre mesi fa, pensavamo che gli scienziati avessero le armi per contenere qualsiasi epidemia o che le epidemie riguardassero sempre Paesi lontani, come la Cina ad esempio. Ci siamo sbagliati: l'ecatombe è arrivata modificando per sempre le nostre vite, ormai tutte esposte al coronavirus. Gli incessanti movimenti di merci e di persone attraverso l’intero pianeta, la globalizzazione (tanto decantata) ha, di fatto, favorito il virus. Nel Medioevo la peste impiegava mesi a diffondersi, oggi basta un'ora affinché un virus uccida centinaia di persone. 
 
 
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Sto pensando a tutte le cose belle ed anche orribili che il Cielo mi ha donato nella vita. Il bilancio? Positivo. Pur essendo un uomo abbastanza normale e pieno di difetti, Dio mi ha sempre teso la mano allorquando ero sull'orlo del baratro. Non so perché. Ma lo ha fatto. E gliene sono ovviamente grato. Da morto me lo spiegherà.
 
 
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  Chi nella vita non prende mai una posizione chiara e netta in materia politica, etica, sociale e sentimentale - vuoi per timore, vuoi per non perdere comode posizioni - non ha alcun diritto di lamentarsi di come vanno le cose. Meglio che taccia e svolga il suo ruolo di eunuco muto e frustrato. Cristo ha insegnato il coraggio di dire e fare, anche a costo di subire qualche seccatura. E se lo ha detto Cristo (finito in croce per avere detto la Verità) per un uomo comune, che rischia assai di meno, deve essere una regola morale inderogabile.
 
 
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 I cosiddetti processi decisionali della 'democrazia rappresentativa' così come fino ad oggi è stata concepita dai vari Mattarella (presidenti 'sciamani della Repubblica) sono in realtà insufficienti (eufemismo) in quanto 'sostituiti' da processi tecnocratici, 'guappeschi, mafiosi e demagogici sui quali il Popolo italiano non può esercitare alcun controllo sostanziale. A suddetto Popolo (trattato come un gregge di pecore microcefale) viene offerta, infatti, l'alternativa costituita da una pseudo-ideologia 'consolatoria' ('Voi Popolo siete il motore della democrazia': sbraitano gli enuchi pastori del gregge). Il tutto In base ad un meccanismo di autocompensazione e di distrazione dalla 'dittatura' della democrazia contemporanea, diffusa non solo in Italia, ma in tutta l'Europa ormai orfana di ragioni e tradizioni. Tutto ciò si affastella poi in un allegro Circo Barnum capace di offrire non soltato inutili spettacoli ludici, ma strazianti reportage di bambini denutriti, di rinoceronti bianchi a rischio di estinzione, di Big One californiani, di foreste amazzoniche inaridite, di calotte polari in estinzione. E a questa messa in scena - elaborata per distrarre la plebe dalle responsabilità dei governi europei e mondiali - forniscono il loro 'santo' contributo giornaliste carampane ex sessantottine ed ormai orfane di fallite rivoluzioni marxiste, associazioni pseudo religiose o laiciste, apocalittiche o nichiliste, senza contare l'apporto di movimenti ridicoli come le Sardine, preti eretici e professori specializzati nella filosofia del 'nulla'. Le nuove 'paure'' planetarie (meteoriti in arrivo, invasioni di pescecani anfibi, fino ad arrivare ai risibili teoremi rigurgitati dai sostenitori 'terrapiattisti'). Tutte queste 'formule di distrazione di massa' sono anche utili per distrarre il singolo individuo dall'ovvio e dalla realtà. Cioè dal fallimento del sistema democratico contemporaneo che di 'democratico' non ha più nulla, poiché sostituito da un sistema chiaramente 'demagogico'. 
 
 
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Nella sua Esortazione Apostolica Post-Sinodale sulla Famiglia del 1981, “Familiaris Consortio”, Papa San Giovanni Paolo II dichiarò che "la famiglia cristiana è la prima comunità chiamata ad annunciare il Vangelo alla persona umana durante la crescita e a portarlo, attraverso una progressiva educazione e catechesi, alla piena maturità umana e cristiana". La famiglia è, quindi, il primo luogo dell'educazione, una verità che definisce essenzialmente la missione della scuola. La scuola serve la famiglia e, quindi, lavora intimamente con la famiglia nel portare i bambini a una maturità sempre maggiore, alla pienezza della vita in Cristo.
Non può sfuggire all'attenzione di nessuna persona premurosa che l'educazione di oggi è sotto un feroce attacco, e l'insegnamento di Papa San Giovanni Paolo II sulla famiglia e la sua missione essenziale di educazione è più vitale che mai. E’, quindi, diritto dei genitori come educatori primari dei loro figli e l'obbligo dei genitori di opporsi a una educazione contraria alla legge morale (vedi la teoria gender che viene inculcata nelle scuole).

domenica 1 novembre 2020


Gli ectoplasmi del post gramscismo e gli eredi del 'pensiero debole' (gli epigoni di Odifreddi) si trovano, oltre che nelle Procure giacobine, nelle case editrici 'politicamente corrette', infarcite di pattume letterario di Sinistra. Non solo: si trovano anche nelle redazioni delle emittenti televisive 'impegnate' (sempre a sinistra, si intende) e nei quotidiani specializzati nella diffusione di eruditi pettegolezzi raccolti negli atti processuali segretati e venduti a fior di quattrini ai Direttori 'giusti', alla Travaglio-Saint Just, ad esempio.

 

 


Non bisogna mai perdere calma e lucidità, ma una 'fede' esagerata nella Scienza può lasciarci delusi o portarci alla tomba. Ci siamo sentiti immortali per troppo tempo.
Soltanto tre mesi fa, pensavamo che gli scienziati avessero le armi per contenere qualsiasi epidemia o che le epidemie riguardassero sempre Paesi lontani, come la Cina ad esempio. Ci siamo sbagliati: l'ecatombe è arrivata modificando per sempre le nostre vite, ormai tutte esposte al coronavirus. Gli incessanti movimenti di merci e di persone attraverso l’intero pianeta, la globalizzazione (tanto decantata) ha, di fatto, favorito il virus. Nel Medioevo la peste impiegava mesi a diffondersi, oggi basta un'ora affinché un virus uccida centinaia di persone.

lunedì 26 ottobre 2020

 


 
 
Il perché della 'decadenza' dell'Occidente.
Di Alberto (Bebe) Rosselli.
 
 
Sapete bene che il lungo periodo 'nero' che stiamo vivendo è dovuto anche alla caduta dei Valori tradizionali, alla disgregazione della famiglia (voluta dalla sinistra sodomitica), all'invasione islamica e all'eresia di padre Bergoglio. Tutto ciò scaturisce dal nichilismo di cui desidero sottolineare il suo intimo fine, cioè la rinuncia ai Valori suddetti derivanti dalla cultura ebraico-cristiana e greco-romana. Tutto confluisce inevitabilmente nel Relativismo etico e, cosa più grave, nell'asserita impossibilità di formulare giudizi supportati dal Diritto Naturale. Siamo arrivati al paradosso in cui dichiarare un credo metafisico diventa un sacrilegio politically incorrect, che deve essere represso con violenza ed intoilleranza dai Soloni del 'modernismo'. Conseguentemente, i relativisti e i nichilisti impediscono agli Uomini liberi non di costruire, ma nemmeno di immaginare una mèta di Libertà per la quale valga la pena di lottare.Ma lottare bisogna e necessita poiché se non si facesse si subirebbe la perdita di coscienza irreparabile dei Valori della nostra Civiltà Occidentale, lasciando campo libero alla falce mortifera di chi 'odia la vita' poiché dono di Dio.
 
Immagine: Hieronymus Bosch: Ascesa all'Empireo, Gallerie dell'Accademia, Venezia.

sabato 1 agosto 2020

Riflessioni. L’accoglienza dello ‘straniero’ secondo San Tommaso d’Aquino.




Riflessioni. L’accoglienza dello ‘straniero’ secondo San Tommaso d’Aquino,
ovvero: la cattiva interpretazione dell'accoglenza promossa da papa Bergoglio.



Introduzione:
San Tommaso d’Aquino nella I-II della Somma Teologica (q. 98-105) studia la Legge del Vecchio Testamento. Egli distingue tre tipi di precetti:
1°) i precetti morali (q. 100), che appartengono alla Legge naturale e durano per sempre;
2°) i precetti cerimoniali (q. 101), che riguardano il culto divino del Vecchio Testamento e terminano completamente con la nascita del sacerdozio della Nuova ed Eterna Alleanza, della quale essi sono un’ombra e una prefigura;
3°) i precetti legali o giudiziali, che riguardano la giustizia nei rapporti degli uomini tra di loro e che anch’essi nel loro insieme vengono rimpiazzati dalla Nuova ed Eterna Alleanza, tranne qualche loro principio, che essendo una specificazione del Decalogo permane ancor oggi vero, giusto e attuale ed è stato ripreso e perfezionato dalla Nuova Alleanza (q. 105).
La legge giudiziale:
La Legge giudiziale dell’Antico Testamento (S. Th., I-II, q. 104, a. 1, in corpore) è uno sviluppo del Decalogo riguardante l’ambito civile e criminale, per cui alcuni precetti di essa conservano ancor oggi il loro valore giuridico e legale. Essa legifera sui rapporti degli uomini tra di loro, sui loro doveri e contiene dei precetti giusti. Quindi anche se rimpiazzata e perfezionata dal Nuovo Testamento la Legge giudiziale dell’Antico Testamento mantiene alcuni precetti di giustizia e verità e, perciò, può aiutarci a risolvere il problema dell’accoglienza indiscriminata di tutti i profughi che sbarcano sulle nostre coste.
San Tommaso e l’accoglienza:
Parlando dell’accoglienza dei forestieri l’Angelico fa delle considerazioni che oggi, con l’immigrazione di centinaia di migliaia di musulmani nel nostro Paese (si parla di cinque milioni di islamici residenti in Italia), risultano ancora attuali e ci possono insegnare qualcosa di buono. L’Angelico nella Somma Teologica (I-II, q. 105, a. 3) spiega che “con gli stranieri ci possono essere due tipi di rapporto: l’uno di pace, l’altro di guerra” (in corpore). Egli porta l’esempio degli ebrei che nella Vecchia Alleanza avevano tre occasioni per vivere in modo pacifico con gli stranieri:
1°) quando gli stranieri passavano nel loro territorio come viandanti;
2°) quando gli stranieri emigravano nella Terra santa per abitarvi come forestieri; in questi due casi la Legge giudiziale imponeva precetti di misericordia: “Non affliggere lo straniero” e “Non darai molestia allo straniero”;
3°) quando degli stranieri volevano passare totalmente nella collettività degli ebrei, nel loro rito e nella loro religione.
In questo terzo caso si procedeva con ordine. Innanzi tutto non li si accoglieva subito come compatrioti e correligionari. Aristotele insegnava che “si possono considerare come cittadini solo quelli che iniziarono ad essere presenti nella Nazione ospitante a partire dal loro nonno” (Politica, libro III, capitolo 1, lezione 1). Questo terzo punto è quello che più ci interessa. Infatti accogliendo gli stranieri e non avendo essi ancora un forte amore del bene pubblico della Nazione che li ospita, potrebbero nuocere alla Nazione. Perciò sono considerati come cittadini integrati solo gli stranieri di terza generazione, ossia insediati nella Nazione a partire dal nonno.
Attualità di alcuni princìpi giudiziali dell’Antico Testamento:
Questa è una delle parti ancora attuali della Legge giudiziale, che ci può chiarire le idee sull’accoglienza dei musulmani, i quali sbarcano a frotte in Italia e vi si insediano. Accogliere milioni di musulmani che non vogliono integrarsi potrebbe nuocere alla Nazione. Il cardinal Biffi nel 1999 disse che se l’Europa non fosse ridiventata cristiana sarebbe stata islamizzata. In questo caso gli insegnamenti dell’Angelico ci consiglierebbero di non accogliere gli immigrati subito come compatrioti e specialmente correligionari, anche perché oggi essi sono molto fermi nell’osservanza della religione islamica e non hanno nessuna voglia di integrarsi (con delle eccezioni che confermano la regola) nella cultura e religione nostra, ma anzi le detestano e vorrebbero distruggerle. Purtroppo gli uomini di Chiesa pensano e agiscono in maniera diametralmente opposta ai consigli dati da S. Tommaso. È chiaro che per l’Angelico si può permettere agli stranieri, che sono di passaggio nella Nazione (se sono pacifici e se si integrano nella cultura e nella religione del Paese che li accoglie), di restarvi.
Vim vi repellitur:
Ma se sono ostili, come le orde di musulmani che invadono l’Italia in primis e l’Europa intera in secundis per conquistarle all’islam, allora vale la legittima difesa, che porta la Nazione invasa a respingere lo straniero, che è un ingiusto aggressore: “vim vi repellere licet / è lecito respingere la forza con la forza”.
Legislazione sulla guerra:
La Legge giudiziale stabilisce anche precetti ragionevoli in rapporto alla guerra con gli stranieri. Il Deuteronomio (XX, 40) comanda che prima di attaccar guerra si offra la pace agli stranieri e di usare moderazione in caso di vittoria, risparmiando donne e bambini. Risolvendo la seconda obiezione l’Angelico cita Aristotele (Politica, libro III, capitolo 3, lezione 4), il quale spiega che si può diventare cittadini di una Nazione in due maniere:
a) in senso assoluto e totalmente, quando lo straniero di terza generazione si è integrato nella Nazione ed ha la capacità di partecipare alla vita pubblica di essa cercandone il bene comune;
b) in senso relativo quanto agli stranieri che non sono in grado di trattare le cose che interessano la comunità e di cercarne il bene comune temporale.
Conclusione:
Ora in Italia ci troviamo invasi da cinque milioni di maomettani che non si integrano né civilmente né religiosamente e non vogliono farlo anche perché l’Europa odierna offre loro uno spettacolo poco decente. E siccome l’islam è una religione conquistatrice con la spada e non col Corano non è difficile prevedere che un giorno anche l’Italia potrebbe fare la fine della Siria, dell’Iraq, della Tunisia e della Libia. Purtroppo la debole Europa non è in grado di competere con l’islam aggressivo e combattente. Quindi periremo se Dio non fa un miracolo, come è successo a Lepanto nel 1570 e a Vienna nel 1681. Il guaio è che sono soprattutto i Pastori della Chiesa cattolica a favorire l’accoglienza indiscriminata degli stranieri musulmani.

mercoledì 15 luglio 2020





 
QUALCHE RIFLESSIONE SUL RAPPORTO EUROPA - ISLAM.
Di Alberto Rosselli.
(stralcio tratto dal libro dello stesso autore, 'Sulla Turchia e l'Europa', Solfanelli, 2008).
 
...“E’ unicamente grazie alle sue radici cristiane che l’Europa ha potuto godere di grande sviluppo e successi in ogni campo, culturale, artistico, economico, scientifico e tecnico, diffondendo la civiltà in tutto il mondo. (…) L’Europa è un concetto geografico, la cristianità è il territorio dell’ordine cristiano che plasma la società e lo Stato. L’Europa come entità politica e spirituale nasce con il Medioevo. La cristianità medioevale fu, ad un tempo, “nascita” e “frutto” dell’Europa. Nascita, perché la formazione di un’Europa non in senso geografico od amministrativo ma ideale e perenne, fu possibile soltanto su basi romane e cristiane (…); frutto, perché al tempo di Carlo Magno tale unità venne raggiunta”. Sempre secondo De Leonardis la respublica christiana esprimeva il concetto di un’Europa che riconosceva come sue massime espressioni istituzionali il Sommo Pontefice e il Sacro Romano Imperatore, “anche se con il tempo tali figure spesso si trovarono contrapposte”. Ma veniamo alla considerazione più interessante. “L’identità politica e spirituale europea, la respublica christiana – spiega De Leonardis - si venne a formare e a consolidare anche grazie alla contrapposizione tra l’Europa e il suo nemico mortale, l’impero ottomano”.
Ma c’è di più. Secondo Ludwig Hertling, professore di Storia Ecclesiastica all’Università Gregoriana di Roma, “la Chiesa e l’islam sono da sempre le due grandi rivali nella storia religiosa dell’umanità”. Una contrapposizione che, nonostante il passare dei secoli, non sembra essersi affievolita. Anzi, stando agli eventi degli ultimi dieci anni, essa si è di fatto inasprita, non certo per volontà della Chiesa, ma per la crescente e palese ostilità – antioccidentale e anticristiana - manifestata da gran parte del mondo islamico. Ciononostante, l’Europa non sembra accorgersi di nulla, o pare volere ignorare, magari per interessi economici e finanziari, tale verità. “La respublica christiana medioevale – rammenta De Leonardis - trovava la sua unità nella comune fede religiosa . Mentre l’Unione Europea basa la sua essenza e la sua politica su un sostanziale rifiuto di ogni fede, di ogni dogma, sul permissivismo, sul “politicamente corretto” e – aggiungiamo noi – sulla “tentazione relativista”. In ogni virtù l’eccesso è sempre nocivo, se non fatale, scriveva J. B. Duroselle. E questo eccesso per l’Europa si identifica oggi con il lassismo e il permissivismo”. “Oggi, in Europa, tutto è tollerato e l’esistenza di una verità morale e religiosa comune è praticamente bandita. Assistiamo al trionfo delle tesi di Voltaire, che proponeva: nessuna libertà per i nemici della libertà (dichiarazione che a nostro parere non fa certo onore all’indiscutibile acume del filosofo) e di quelle di un Locke, che negava ai cattolici la libertà di professare la loro fede”.
L’Europa combatte, in buona sostanza, la propria anima e la propria cultura, mentre l’islam si fa sempre più vanto e forza della sua. “Da alcuni anni a questa parte – continua De Leonardis - la minaccia islamica ha assunto una doppia curiosa valenza. Da una parte abbiamo il terrorismo e dall’altra la disgregazione (o “autodisgregazione”, nda) dell’identità cristiana europea”. (…) La storia insegna che l’islam avanza quando la Chiesa vacilla e i cristiani si lasciano sedurre dal lassismo spirituale (e dal relativismo filosofico, nda). Ma la storia insegna anche che i mussulmani per primi disprezzano i cristiani che si proclamano laicisti”. Qualche hanno fa il cardinale Giacomo Biffi aveva invitato a limitare l’immigrazione mussulmana, ammonendo: “non possiamo edificare una casa tutta aperta. Prima si costruiscono le mura, poi le porte. Questa Europa non ha futuro. O l’anima cristiana si risveglierà o l’Europa diverrà islamica, anche perché i mussulmani vengono con il loro bagaglio di intransigenti principi (…) Purtroppo, né i laici, ma nemmeno gran parte dei cristiani, pare si siano resi conto del dramma che si sta profilando. (…) I cattolici, lasciando sbiadire in se stessi la consapevolezza della verità posseduta, sostituendo all’ansia apostolica il puro e semplice dialogo a tutti costi, stanno preparando inconsciamente la propria inevitabile estinzione”.

giovedì 9 luglio 2020


Alla base di tutto sta soltanto il coraggio (delle proprie idee, delle proprie lecite speranze, dei propri ideali, dei propri amori intimi). Chi non ha il coraggio di 'esporsi' nel credere e nel dire, non può ambire a nulla. Rimane nel limbo delle congetture inespresse, come una foglia morta e calpestata. Non ha diritto di recriminare. E muore solo.

Le Istituzioni europee (Commissione e Consiglio) hanno sempre ritenuto che il 'problema' (per loro è, ovviamente, un 'problema') dell' Identità Culturale e Religiosa dovesse essere eliminato, per trasformare il Continente in uno spazio 'aperto' ad ogni commistione etnico-religiosa: una sorta di Spazio polimorfe e senza radici.


Chi nella vita non prende mai una posizione chiara e netta in materia politica, etica, sociale e sentimentale - vuoi per timore, vuoi per non perdere comode posizioni - non ha alcun diritto di lamentarsi di come vanno le cose. Meglio che taccia e svolga il suo ruolo di eunuco muto e frustrato. Cristo ha insegnato il coraggio di dire e fare, anche a costo di subire qualche seccatura. E se lo ha detto Cristo (finito in croce per avere detto la Verità) per un uomo comune, che rischia assai di meno, deve essere una regola morale inderogabile.

martedì 7 luglio 2020




Chi c’é dietro Facebook ? Di Alex Falcone (Redazioneonline – Scienze e Società)

Il numero di iscritti a Facebook aumenta ogni settimana nell’ordine di milioni di nuovi utenti. Sono tutte persone che rilasciano volontariamente i propri dati personali ad un’azienda americana senza sapere chi sia dietro. Io l’iscrizione a Facebook ce l’ho. Mi sono iscritto dopo che una persona di mia conoscenza che si trova fisicamente molto distante mi ha invitato a farlo. Ho accettato: per me si trattava solo di un nuovo canale di comunicazione.
Sono rimasto perplesso da subito nel leggere i termini d’uso e le garanzie sulla privacy che semplicemente non esiste. Per questo ho adottato estrema cautela nell’inserire dati personali che vadano oltre il nome e l’area geografica. Ad oggi non ho capito in che modo questo network dovrebbe essermi utile. Come ho ripetuto più volte agli amici, io non so a cosa serve.
Facebook descrive se stesso come «un servizio che ti mette in contatto con la gente che ti sta intorno». Ma perché dovrei aver bisogno di un computer per questo? Se ho voglia di sentire un amico, prendo il telefono. Se la telefonata non è possibile, invio una e-mail. Non mi serve la mediazione di un’azienda californiana. Un sito web non può sostituire le mie relazioni sociali più di quanto un film porno possa sostituire il vivere un rapporto di coppia. C’è differenza tra la vita ed un suo triste surrogato.
I padroni di Facebook passano la giornata a giocare col programma, guardano i milioni di “drogati” di Facebook che forniscono spontaneamente dettagli sulla loro vita privata, le immagini e le preferenze nel consumo. Poi vendono il tutto ad aziende multinazionali. Così mettono insieme montagne di denaro sfruttando l’ingenuità della gente, mercificando le relazioni umane. Estraendo valore capitalistico dall’amicizia.
Questo basterebbe da solo a tenermi lontano da Facebook.
Chi di voi ha mai letto l’informativa sulla riservatezza dei dati inseriti? E’ scritto chiaramente che di riservatezza non ce n’è. Tutto ciò che viene inserito nel sistema è a disposizione di Facebook e delle aziende interessate alla loro commercializzazione. E allora vediamo chi sono le persone che controllano tutto il giro, i tre membri del Consiglio di Amministrazione dell’azienda, quelli che hanno in mano tutti i vostri dati personali.
Mark Zuckerberg
L’inventore di Facebook. Con Chris Hughes, portavoce dell’azienda, e Dustin Moskowitz fece partire il sito nel 2004. Ci sono in realtà versioni differenti in circolazione per quanto riguarda la paternità del progetto, ma quello di Zuckerberg è il nome su cui generalmente si concorda, ed è anche l’unico ad essere presente nel ristrettissimo CdA.
Peter Thiel
Ha investito 500 mila dollari in Facebook già nel 2004, all’avvio del sito. È cofondatore e AD di Paypal, venduto a Ebay per un miliardo e mezzo di dollari. Gestisce poi il Clarium Capital Management, ed il Founders Fund. Etichettato, con i suoi compagni, “La mafia di Paypal” dalla rivista Fortune.
Filosofo laureato a Stanford, nel 1998 fu tra gli autori di “The Diversity Myth” in cui sosteneva la tesi xenofoba secondo cui il multiculturalismo sia d’intralcio alle libertà personali. A confermare le tendenze estremiste, Thiel è membro di TheVanguard.org, un gruppo di pressione ultraconservatore, nato per attaccare MoveOn.org, gruppo liberal attivo sul web. TheVanguard.org è una comunità online che ha lo scopo di promuovere l’ultraliberismo negli Stati Uniti e nel resto del mondo attraverso una politica di diminuzione dello Stato a favore di un liberismo sfrenato che loro stessi definiscono «reaganiano-thatcheriano» . La filosofia di Thiel mette in relazione il progresso umano con l’allontanamento dalla natura. La meta finale è il raggiungimento di una vita completamente virtuale in cui la realtà sia sostituita dall’immaginazione. Un mondo in cui non esistano limiti né controlli.
E questo è il principio di PayPal: spostare denaro in giro per il mondo senza vincoli. Per Bloomberg Markets PayPal significa evitare i controlli sui traffici valutari. Come si vede, la correlazione con la mafia non è campata in aria. Ovviamente anche Facebook è un esperimento dello stesso genere. Un modo per creare una comunità libera da confini internazionali completamente controllata e sfruttata commercialmente. Facebook non produce nulla. Media relazioni già esistenti.
Perché funziona? Il punto di riferimento filosofico di Thiel è René Girard, della Stanford University, ideatore della teoria del “desiderio mimetico”. Girard considera le persone delle pecore che non fanno altro se non imitarsi acriticamente. L’oggetto desiderato è irrilevante: l’esempio di uno è sufficiente a trascinare il resto del gregge. Da qui deriva il successo di Facebook. Ciò che non esiste nel mondo ideale di Thiel sono i concetti antiquati del mondo reale: Arte, Bellezza, Amore, Piacere e Verità.
Thiel, quindi, sta dichiaratamente cercando di distruggere il mondo reale, che chiama “natura”, e di installare al suo posto un mondo virtuale. E questa è la finalità di Facebook secondo il suo padrone: un esperimento per la manipolazione mondiale.
Jim Breyer
Fa parte di Accel Partners, che ha finanziato con oltre 12 milioni di dollari il progetto Facebook. Inoltre è ex presidente della National Venture Capital Association (NVCA). Un altro ex presidente della NVCA, Howard Cox, è socio della Greylock Venture Capital, e come tale si è occupato di una raccolta di finanziamenti di Facebook. Ma Howard Cox è anche, e qui viene il ‘bello’, consigliere di amministrazione di In-Q-Tel.
Ora, se non sapete cos’è In-Q-Tel, v’invito a verificare le informazioni che sto per scrivere sul suo stesso sito. In-Q-Tel è una azienda lanciata ed appartenente alla CIA. I servizi segreti statunitensi per promuovere le proprie attività nel settore delle tecnologie più avanzate hanno deciso nel 1999 di costituire una propria impresa che collaborasse con le aziende private che le sviluppano. In tal modo il rilascio all’Agenzia dei ritrovati tecnologici è pressoché immediato.
Il primo presidente di In-Q-Tel fu Gilman Louie, presente nel CdA di NVCA assieme a Breyer. L’ex direttrice della sezione ricerca e ingegneria del dipartimento della Difesa ed ora figura di spicco nella In-Q-Tel, Anita K. Jones, sedeva invece nel CdA della BBN Technologies. Indovinate insieme a chi? Esatto, sempre Breyer.
Insomma Facebook è qualcosa di molto vicino all’estensione tecnologica di un enorme programma per la raccolta d’informazioni e per il controllo della popolazione mondiale. Questa è evidentemente una iperbole, ma le informazioni di decine di milioni di persone sono realmente raccolte ed utilizzate. «Vogliamo che tutti siano in grado di usare Facebook», dice la voce del Grande Fratello sul sito.
Ora, tutti voi iscritti potete anche essere contenti di partecipare a questo ‘esperimento sociale’ orwelliano gestito da chi vi considera alla stregua di un gregge di pecore. Siete liberissimi di continuare a fornire informazioni su di voi e sulle vostre preferenze alle multinazionali che hanno libero accesso ai dati accumulati da Facebook.
Oppure potreste riflettere su tutto ciò e rifiutarvi di mercificare le vostre amicizie a beneficio di altri. Preferire la realtà ad una repubblica totalitaria virtuale. Io, da parte mia, utilizzerò il mio account malauguratamente creato per diffondere queste informazioni all’interno del sistema, qualunque cosa succeda. Con gli amici, forse sembrerà antiquato, continuerò a parlare direttamente, come quando le persone erano persone e dialogare con esseri non reali era solo un segno di squilibrio.
Uscirne? A quanto pare non è possibile ( http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Tecnologia%20e%20Business/2008/11/facebook-prigioniero.shtml ) , oppure è soltanto estremamente difficile, proprio come nelle associazioni a delinquere.
Per concludere, un giochino proposto da Tom Hodgkinson nel suo articolo: il testo che segue è tratto dall’informativa sulla privacy di Facebook. Provate a sostituire le parole “Grande Fratello” dove compare la parola “Facebook”. Invito tutti coloro che non l’abbiano letta prima di iscriversi a farlo prima possibile, giusto per poter valutare da soli se è il caso di continuare ad usare quel sito.
1 Ti recapiteremo pubblicità
«L’uso di Facebook ti dà la possibilità di stabilire un tuo profilo personale, instaurare relazioni, mandare messaggi, fare ricerche e domande, formare gruppi, organizzare eventi, aggiungere applicazioni e trasmettere informazioni attraverso vari canali. Noi raccogliamo queste informazioni al fine di poterti fornire servizi personalizzati»
2 Non puoi cancellare niente
«Quando aggiorni le informazioni, noi facciamo una copia di backup della versione precedente dei tuoi dati, e la conserviamo per un periodo di tempo ragionevole per permetterti di ritornare alla versione precedente»
3 Tutti possono dare un’occhiata alle tue intime confessioni
[…] e non possiamo garantire – e non lo garantiamo – che i contenuti da te postati sul sito non siano visionati da persone non autorizzate. Non siamo responsabili dell’elusione di preferenze sulla privacy o di misure di sicurezza contenute nel sito. Sii al corrente del fatto che, anche dopo la cancellazione, copie dei contenuti da te forniti potrebbero rimanere visibili in pagine d’archivio e di memoria cache e anche da altri utenti che li abbiano copiati e messi da parte nel proprio pc».
4 Il tuo profilo di marketing fatto da noi sarà imbattibile
«Facebook potrebbe inoltre raccogliere informazioni su di te da altre fonti, come giornali, blog, servizi di instant messaging, e altri utenti di Facebook attraverso le operazioni del servizio che forniamo (ad esempio, le photo tag) al fine di fornirti informazioni più utili e un’esperienza più personalizzata».
5 Scegliere di non ricevere più notifiche non significa non ricevere più notifiche
«Facebook si riserva il diritto di mandarti notifiche circa il tuo account anche se hai scelto di non ricevere più notifiche via mail»
6 La Cia potrebbe dare un’occhiata alla tua roba quando ne ha voglia
«Scegliendo di usare Facebook, dai il consenso al trasferimento e al trattamento dei tuoi dati personali negli Stati Uniti […] Ci potrebbe venir richiesto di rivelare i tuoi dati in seguito a richieste legali, come citazioni in giudizio od ordini da parte di un tribunale, o in ottemperanza di leggi in vigore. In ogni caso non riveliamo queste informazioni finché non abbiamo una buona fiducia e convinzione che la richiesta di informazioni da parte delle forze dell’ordine o da parte dell’attore della lite soddisfi le norme in vigore. Potremmo altresì condividere account o altre informazioni quando lo riteniamo necessario per osservare gli obblighi di legge, al fine di proteggere i nostri interessi e le nostre proprietà, al fine di scongiurare truffe o altre attività illegali perpetrate per mezzo di Facebook o usando il nome di Facebook, o per scongiurare imminenti lesioni personali. Ciò potrebbe implicare la condivisione di informazioni con altre aziende, legali, agenti o agenzie governative»

Fonti

The Guardian ( http://www.guardian.co.uk/technology/2008/jan/14/facebook )
Il Sole 24 Ore ( http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Tecnologia%20e%20Business/2008/11/facebook-prigioniero.shtml )