Comunicato
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" Luoghi atemporali "
Mostra personale
di pittura di: Federico
Buzzi
A cura di Massimiliano Bisazza
Apertura : 6 Dicembre 2017 dalle
ore 18,30 alle ore 21,00 In mostra fino al 19
Dicembre mattino
Presso: Galleria d'Arte Contemporanea Statuto13 Via
Statuto, 13 (corte int.) - 20121 Milano
Apertura al pubblico: dalle h 11 alle h 19
dal martedì al sabato
Federico
Buzzi dipinge con intensità e guardando con afflato alla pittura figurativa del
passato novecento italiano. Ammaliato dalle atmosfere sospese di Mario Sironi,
da quelle metafisiche di Giorgio De Chirico e da quelle surreali di Carlo
Carrà.
Cresciuto
di fronte a una collezione di dipinti del primo Rinascimento e degli anni '20,
è senza dubbio rimasto piacevolmente segnato consequenzialmente incuriosito;
attratto emotivamente, da quella figurazione che reputa come l'ultima
reale tradizione pittorica italiana: Il Gruppo “Novecento”.
I suoi
lavori, mai esposti sino ad ora, sono presenti in collezioni private,
conosciuti nei circoli intellettuali, tra amici e conoscenti. E' con Galleria
STATUTO13 che si presenta l'effettiva possibilità, coadiuvata da una volontà
dell'artista stesso, di esporli pubblicamente appannaggio del fruitore.
Come si
evince nella citazione dell'incipit i luoghi rappresentati nei suoi dipinti
sono spesso legati all'attualità di una società malinconica, dove talvolta la
solitudine emerge con connotazioni di timore, altre invece con velate
introspezioni surreali, atemporali.
Le copie
dal vero inserite tra contesti urbani e metafisici ci ricordano i corpi dei
manichini di De Chirico o le statue greche ed evidenziano quello sguardo volto
a stilemi del passato, convincendoci che sia necessario un ritorno a tali
ambientazioni, trovandoci in una società contemporanea dove valori e
principi morali sono ormai troppo spesso desueti e dimenticati.
Secondo
Federico Buzzi difatti l'Arte tradizionale occidentale non è legata a un
progresso lineare nel tempo e tanto meno a un fine. Ci troviamo di fronte a
cicli, corsi e ricorsi storici dove epigoni e anacronismo fanno da
catalizzatori artistici. Un ritorno al passato dunque è auspicabile e
quantomeno desiderabile.