domenica 25 agosto 2013

I libri di Alberto Rosselli. 'Storie Segrete della Grande Guerra', Edizioni Mattioli.


4 commenti:

  1. Nota dell’autore

    Il Primo Conflitto Mondiale è stato indagato a fondo da molti valenti autori, anche se non pochi aspetti politici, diplomatici e militari di questa epocale e cruciale contesa del Novecento abbisognano ancora di un’ulteriore e ben più approfondita analisi, e non di rado di una radicale “revisione” positiva, cioè di una nuova, non ideologica e quindi più corretta interpretazione dei fatti, conseguibile attraverso l’analisi dei moltissimi documenti che in questi ultimi anni sono via via emersi dagli archivi dei ministeri della Difesa e degli Esteri delle potenze che parteciparono alla guerra. L’intento di questo breve testo non è certo quello di “riscrivere” una porzione così ponderosa della storia bellica, ma più semplicemente quello di proporre a studiosi e ad appassionati di vicende militari alcuni episodi (fatti d’arme, missioni particolari, operazioni segrete e avventure di singoli personaggi) che videro protagonisti, con maggiore o minore fortuna, unità e uomini appartenenti alle forze aeree, navali e terrestri degli Imperi Centrali e dell’Intesa. Gli episodi contenuti e descritti in questo libro si rifanno a memorie, documenti e resoconti ufficiali e pubblicazioni specialistiche e articoli redatti all’epoca dei fatti o successivamente.
    A.R.

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  2. Stimatissimo Signor Rosselli,

    ho letto con vivo interesse e ho molto apprezzato il suo lavoro su “I Vichinghi in America”.
    Mi restano tre interrogativi, che mi permetto di sottoporle:
    1. Spedizione navale cinese in Atlantico settentrionale: se non è un errore di stampa, mi scusi, ma mi permetto di non crederci.
    2. Non viene mai nominato l’esploratore Thorfinnur Karlsefni, cui un testo letto anni addietro in Islanda (in inglese) attribuiva la priorità nello sbarco sul continente americano. Mi rammarico di non essere in grado di citare la fonte.
    3. Un altro testo letto anni addietro (“Cod”, di Mark Kurlansky, 1997) affermava che Jacques Cartier arrivato nel 1534 alla foce del San Lorenzo vi trovò 1.000 (!) imbarcazioni di pescatori baschi,
    per i quali era consuetudine recarvisi per pescare merluzzi in quello che doveva in seguito essere chiamato il “gran banco”.
    Mi scusi, ma non sono in grado di citare la fonte del punto “2”.

    Cordiali saluti,

    Enrico Appiano

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    1. Egregio Signor Appiano,

      1) Sulla spedizione navale cinese in Atlkantico esistono prove e mappe della dinnastia Han.
      2)Krllsefni lo conosco. Tenga conto che, a quell'epoca, molti navigatori vichinghi attribuirono a se stesso diverse scoperte.
      3) Dissento. Tanti anni fa mi laureai con una tesi proprio su J. Cartier....Andai anche in Canada a fare ricerche, ma circa le 1.000 imbarcazioni basche ritrovate non ne trovai menzione. Anche se a Terranova sono stati trovati effettivamente resti di pescherecci d'altura baschi (trattasi di una zona ricca di pesce azzurro). Anche Caboto ne parla. Grazie, in ogni caso, per il Suo costruttivo intervnto. Cordiali saluti . Alberto Rosselli

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  3. ...Perdoni gli errori di battuta, ma ho la vista bassa.

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