sabato 4 luglio 2020





PERCHE’ LA SHARIA E’ ANTICOSTITUZIONALE

Di Alberto Rosselli

Il secondo comma dell’art 8 della Costituzione e la dodicesima delle sue Disposizioni Transitorie e Finali, benché apparentemente diverse nella finalità giuridica e sociale, hanno molto in comune: il primo limita la libertà associativa delle religioni (non specificate), qualora siano in contrasto con le nostre leggi, l’altra vieta la riorganizzazione del Fascismo, in nome della salvaguardia di una libertà più generale, che a tutti deve essere garantita.
Qualcuno è in grado di spiegare come mai, a dispetto di quanto enunciato dall’art. 8 della Costituzione, in Italia e in tutt’Europa, si continuano a costruire moschee, senza neppure organizzare un referendum tra la popolazione locale, spesso contraria alla loro edificazione?
Ora, è ben noto che tutte le organizzazioni islamiche che chiedono e ottengono la costruzione di nuove moschee si richiamano alla legge coranica, ovvero alla Sharia, che è l’antitesi delle nostre democrazie. Tutti i movimenti che costellano il variegato mondo islamico, si ispirano al Corano e alle sue leggi. Al punto tale che le Nazioni islamiche non aderiscono alla Convenzione ONU per i Diritti dell’Uomo, ma ne hanno creata una ad hoc, per l’appunto ispirata alla Sharia.
Le moschee in Europa dunque non rappresentano solo un rischio per noi, ma anche per i diritti degli immigrati laici provenienti dal mondo islamico che, giunti qui in cerca di libertà da regimi teocratici o autoritari, dopo aver affrontato sacrifici e difficoltà, si vedono costruire anche qui la madrassa dietro casa. Purtroppo gli “islamici” autenticamente moderati sono una netta minoranza tra gli immigrati
l’Islam nasconde, sotto l’apparenza di una “religione di pace”, quella che è solo ricerca del più assoluto dei poteri assoluti, ovvero la conquista di tutto il mondo, con la predicazione o con la spada. Secondo la Sharia le donne, ereditano metà di quanto spetta agli eredi maschi. Il Corano prescrive chiaramente (Sura XXIV – 2) la fustigazione delle adultere e in alcuni paesi islamici poi la fustigazione, è stata sostituita dalla lapidazione pubblica.
La Sharia condanna  in diverse nazioni islamiche l’apostasia con la pena di morte, quanto ai diritti delle minoranze religiose, stendiamo pure un velo pietoso… La Sharia prescrive la pena di morte per gli apostati
Qualcuno obietterà che anche nel Diritto Canonico l’apostasia era un reato punito con la pena di morte, ma tale infame legge è stata abrogata quasi un secolo fa, quanto ai roghi contro gli eretici, sono ormai stati spenti da tre secoli. Non sarà molto, ed è un risultato ottenuto non tanto per volontà della Chiesa quanto per le lotte e il sacrificio di tanti spiriti liberi,spesso atei o agnostici, ma ciò significa che qualche passo verso la laicità la Chiesa l’ha compiuto, sia pure “obtorto collo”. E comunque nel Vangelo non si parla di condanna a morte per gli apostati, cosa che invece è prescritta nel Corano: poiché le religioni vanno giudicate e seguite dalle loro fonti, come Dante insegna (Paradiso, IX, 131 -138), questo fa una differenza enorme tra i due libri sacri.
Come puntualizzato, solo pochi anni fa, dall’Ayatollah Khomeini: “L’Islam o è politico o non è”. Se la Costituzione proibisce, giustamente, la riorganizzazione del partito fascista, mi chiedo perché mai si conceda ai fedeli musulmani, portatori di una religione ancor più totalitaria, di costruire moschee per diffondere la Sharia.
Comunque, tornando all’aspetto puramente giuridico: è chiaro che il principio di rispetto delle nostre leggi richiamato dal secondo comma dell’art. 8 della Costituzione andrebbe esteso non solo all’Islam, ma a tutte le religioni in contrasto con le nostre istituzioni: se, ad esempio, nel nome del politically correct si concedesse agli immigrati induisti di costruire templi nei quali si fomentasse la costituzione di una società basata sulle caste o si “persuadesse” la vedova a buttarsi sul rogo del caro estinto, la sostanza di quanto qui esposto non cambierebbe di una virgola.

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