LEGGI E DIVIETI MADE IN USA
A PATIRNE SAREBBERO LE DONNE
di
Alberto Rosselli
Paese che vai,
legislazione che trovi. E’ il caso degli Stati Uniti che in virtù del suo
assetto istituzionale di tipo federale offre l’opportunità di imbattersi in una
pletora di norme giuridiche particolaristiche e che in buona misura poggiano le
loro ragioni e il loro fondamento sul diritto consuetudinario e, ovviamente,
sulla tradizione giurisprudenziale anglosassone. Una cultura, questa, che, come
vedremo, ha anche generato – Stato per Stato – disposizioni e prescrizioni,
talune antiche, o che si riferiscono a determinati periodi storici, decisamente
bizzarre. Non per nulla molte delle suddette norme, seppure “in vigore” non
vengono applicate, proprio a causa della loro sostanziale irragionevolezza. E
meno male, soprattutto per il gentil sesso, particolarmente bersagliato e
discriminato da gustose e talvolta sadiche disposizioni. A Tucson (Arizona), le
donne non potrebbero infatti indossare pantaloni, a New Orleans (Louisiana) e a
Waynesboro (Virginia) sarebbe loro concesso di guidare un’auto a condizione di
essere precedute, a piedi, dal proprio marito con in pugno un cartello con
scritto ‘pericolo’ (un po’ come le temute locomotive britanniche del 1835 che
dovevano essere precedute da uno sbandieratore); A Los Angeles i mariti
sarebbero autorizzati a frustare la propria moglie (se consenziente) con una
cinghia, ma non più larga di due pollici, mentre nella Stafford County (Virginia)
risulterebbe legale pestare la propria consorte “soltanto sulle scale del
tribunale, ma prima delle ore otto” spaccate. Analoghe, seppur più lievi, misure anti femmniste sono
quelle in vigore a Owensboro (Kentucky), dove una signora non può acquistare un
cappello se non espressamente autorizzata dal marito, a Charlotte (North
Carolina) dove il corpo di una donna deve rigorosamente essere coperto con non
meno di 16 iarde
di stoffa, o a Carmel (New York) dove non possono andare a passeggio con scarpe
con tacchi alti, o a Oxford (Ohio), dove alle ragazze è proibito spogliarsi
davanti ad una foto di un giovanotto. Insomma, di tutto e di più pur di
frustrare il gentil sesso. Anche se, a ben vedere, in molti Stati esistono
norme tese a colpire i diritti inalienabili (si fa per dire) dell’uomo inteso
come maschio. Basti pensare che nel New Jersey a quest’ultimo viene proibito,
abbastanza inspiegabilmente, di “fare la maglia durante la stagione di pesca”
o, come prescritto a Wilbur (Washington), di “salire in sella a cavalli di
brutto aspetto”, o (Louisiana) di “fare spedire una pizza ad un amico senza il
suo consenso”. Nella fattispecie, questa imperscrutabile legge stabilisce multe
fino a 500 dollari. Decisamente più comprensibile e igienicamente corretta è
invece una norma (sempre della Louisiana) che proibisce severamente a
chicchessia (donna o uomo) di orinare nelle cisterne o nelle tubature interrate
(impresa decisamente ardua) contenenti acqua potabile ad uso domestico. Per
tale reato sono previste pene fino a 20 anni di prigione. O quella (Omaha,
Nebraska) che – vivaddio - impedisce agli uomini di depilarsi il petto o a
quella (Carmel, Stato di New York) che vieta agli uomini di girare per la
strada con pantaloni e giacca male assortiti. Chiudiamo, infine, con le
disposizioni che si rifanno al vecchio West: in Mississippi, in Tennessee e
Florida il furto del bestiame e dei cavalli verrebbe ancora punito con
l’impiccagione. Esagerazioni? Non proprio. Pensiamo ai gatti randagi di Hibbing
(Minnesota) che rischiano l’abbattimento immediato se sorpresi a fare le fusa
in luogo pubblico.
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